Architettura GCN e GPU Tonga
Leggendo i numeri si potrebbe pensare ad una rivisitazione della vecchia R9 280 con consumi ridotti (ottima caratteristica per la bolletta, ma non per i giocatori…), ma la scheda nei test ha dimostrato il contrario. Nonostante la nuova proposta AMD ha numeri più piccoli della R9 280 (Tahiti), la nuova architettura Graphics Core Next (GCN) ha portato molte migliorie.
La GPU Tonga deriva dalla potente Hawaii con cui AMD equipaggia le schede di fascia più alta, la R9 290 e la R9 290X. Così facendo AMD potenzia le prestazioni in tesselation di due/quattro volte perchè munita di 8 “Asynchronous compute engine” (ACE), contro i due della R9 280/280X, ed il layout quad-shader permette di renderizzare ogni ciclo di clock quattro primitive.
La R9 285 si presenta con la bandwidth memoria disponibile ridotta del 27%, ma abilitando in scrittura e lettura la GPU nel “frame buffer color” in formato lossless compresso, AMD ha fatto il miracolo proponendo una scheda con il 40% di efficienza in più.
Novità è anche l’XDMA CrossFire che permette di lavorare senza il connettore bridge a più schede.
La GPU Tonga possiede quattro shader engine (ha due render back-end per shader, la metà della R9 290) con sette Compute Unit (CU) ognuno a 64 Shader e quattro unità di texture. Come le precedenti GPU GCN, ogni CU ha 64 shader e quattro unità texture, per un totale di 1792 shader e 112 texture unit. Anche se con numeri diversi Tonga pareggia la Tahiti della R9 280.Tonga può processare istruzioni tra linee SIMD in parallelo, nelle operazioni di calcolo algoritmi migliori per lo scheduling e istruzioni a virgola mobile e integer a 16 bit.
Ovviamente la nuova GPU sfrutterà MANTLE e TrueAudio.
Interessante l’aggiunta nei Catalyst 14.8 di poter selezionare e personalizzare la ventola della GPU, così facendola adattare in base alla rumorosità massima impostata alle frequenze adeguate. Funzione dedicata ai modelli della seconda e terza revisione Graphics Core Next: Radeon R7 260, 260X, R9 285, R9 290 e R9 290X